Parquet laminato o prefinito?

Se dici parquet dici legno – quindi –

tutto quello che legno non è…

non dovrebbe chiamarsi parquet.

Che confusione

Probabilmente il prefisso parquet non aiuta a fare chiarezza. Tutti parlano e scrivono di parquet laminato o prefinito, ma in realtà potremmo definire il laminato come un rivestimento che esula dalla parola parquet e il prefinito, associarlo tranquillamente al temine parquet e al suo significato profondo di: pavimento formato da elementi di legno forte (tavole o doghe) disposti secondo schemi geometrici differenti e postai su un sottofondo battuto di cemento. Inoltre, giochi di parole a parte, le differenze sono importanti anche in termini di naturalezza, autenticità, salubrità, comfort abitativo e bellezza che viene restituita.

Il parquet laminato

Tra le soluzioni più economiche e veloci per ripavimentare una stanza, il laminato non è, come precedentemente detto, un vero parquet. L’anima strutturale è composta da materiali diversi,impasti di legno macinati e incollati (MDF) ricoperti superficialmente da uno strato di materia plastica che imita le venature del legno attraverso sofisticate tecniche di stampa. Oltre a risultare artefatto, perché emula l’estetica del vero legno, è discutibilmente salubre in quanto composto e incollato con materiali che potrebbero rilasciare nell’aria sostanze volatili che inquinano l’ambiente che lo ospita e le persone che vi abitano.

Il parquet prefinito

Due parole e una promessa specifica, parquet (pavimento in legno) prefinito (pronto per l’installazione). A differenza del laminato ha una struttura portante in vero legno ed è ricoperto in superficie da uno strato di legno nobile che garantisce allo setto modo: naturalezza, autenticità e tutta l’eleganza di un materiale vero e sincero; un evergreen, tutt’altro che una tendenza passeggera, tanto nei contesti urbani che in quelli più “fuori porta”, zone marittime incluse. Accogliente e raffinato, il parquet resiste alle mode e al tempo grazie al suo fascino primordiale che non lascia indifferenti progettisti, interior designer e amanti dello stile. Adatto ad ogni stanza, risponde bene a qualsiasi tipo di sollecitazione grazie ad una costruzione ottimale della struttura portante combinata a lavorazioni di superficie diverse. Salubre e piacevole al tatto, offre infinite possibilità di personalizzazione come colore, grandezza dei listoni e geometrie di posa.

Prefinito sì, ma attenzione alla struttura

Abbiamo capito la differenza tra laminato o prefinito, ora però concentriamoci sulle caratteristiche strutturali che distinguono i diversi tipi di prefiniti esistenti sul mercato. Sentirete parlare di prefinito a due o tre strati incrociati, quindi? Come scegliere? Quali sono i paramenti per fare una valutazione serena? ma soprattutto, cosa cambia sul risultato finale dalla pavimentazione?

Per semplificare ma non banalizzare elenchiamo gli aspetti più importanti da tenere in considerazione:

  • Solo una struttura con uno spessore totale – maggiore o uguale ai 15 mm può garantire stabilità dimensionale e favorire sistemi di installazione salubri come, la posa flottante che evita l’utilizzo di collanti per ancorare il pavimento al massetto.
  • I tre strati incrociati conferiscono maggiore capacità di flessione e di resistenza alla torsione e all’imbarcamento grazie alla particolarità della costruzione degli elementi che, controbilanciandosi tra loro, stabilizzano l’intera struttura.
  • La lamella nobile e il retro presentano sempre uguale spessore e uguali caratteristiche tecniche. Sono costituiti dalla stessa essenza o da essenze con prestazioni equivalenti. Questo consente agli elementi di rispondere in maniera identica alle sollecitazioni dell’ambiente in cui sono posati, garantendo la massima stabilità dimensionale della struttura.
  • Fondamentale è la fase di incollaggio dei tre strati, che dovrebbe avvenire solo attraverso l’utilizzo di colle viniliche rispondenti ai migliori requisiti di salubrità e rispetto dell’ambiente. Questa scelta potrebbe sembrare poco importante ma si rivela basilare in quanto durante il processo, pur introducendo una grande quantità di acqua negli elementi – e relativa umidità -, si evita l’uso di sostanze tossiche. Si tratta di un tipo di adesivo che richiede quindi un processo produttivo più impegnativo in termini di costi e di tempo, ma l’unica scelta possibile per garantire ottimi risultati in termini di prestazioni e, al contempo, di salubrità.

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