Edito da Phaidon, Wood, l’ultimo lavoro del graphic designer William Hall, esplora le potenzialità del legno come materiale per gli edifici più rappresentativi della contemporaneità. Le architetture si rivelano e stupiscono, attraverso la forza delle immagini e delle parole.
Caldo, vivo, versatile, naturale: il legno è un materiale che appartiene al passato ma, e da una decina d’anni sempre più, anche al futuro. Gli architetti lo hanno riscoperto, reinventando una tradizione costruttiva estremamente complessa – che non ha nulla da invidiare alle tecniche basate sugli altri materiali – e contaminandola con elementi contemporanei, prendendo ispirazione dalle forme e dalle geometrie della natura. Il graphic designer William Hall ha riunito, in un viaggio che attraversa i 5 continenti, alcuni dei più interessanti esempi di come il legno possa suggerire nuovi sviluppi dell’architettura, come il seme fecondo di una pianta antica che continua a dare i suoi frutti. Il suo ultimo lavoro, Wood, edito da Phaidon, racconta per immagini le migliori architetture in legno del mondo: un libro estremamente ricco di suggestioni non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per artisti, creativi, studenti e semplici appassionati in cerca di ispirazione. Oltre agli scatti, all’interno, troviamo un saggio introduttivo dello scrittore e naturalista Richard Mabey, che esplora la relazione simbiotica tra edifici e alberi.
Un modo per celebrare un materiale da costruzione leggero, pulito e rinnovabile, facile da modellare e tagliare, resistente al fuoco, grazie alle sue proprietà di conservazione dell’umidità. Abbiamo scelto di raccontarvi alcuni tra gli esempi più interessanti tra quelli selezionati da William Hall.

Peter Kostelov, 2009. Picture credit: Alexey Knyazev
La dacia del futuro che si ispira all’epoca dei soviet
Le dacie sono uno dei simboli della Russia. In epoca sovietica queste abitazioni di campagna destinate al riposo, alle ferie e alle salutari “pause” dai ritmi della città venivano costruite, molto spesso, con materiali di recupero. Ispirandosi a questa semplice filosofia, l’architetto Peter Kostelov ha realizzato, nel distretto di Konakovsky, nella regione di Tverskaya, un progetto moderno e funzionale. Questa casa di campagna ha un’anima rustica e semplice, a partire dalla facciata, rivestita, come un collage da vari tipi di legno assortiti, che creano un effetto di tessitura capace di esaltare le caratteristiche del materiale.

Jörg Stamm, 2006. Picture credit: Mark Magidson
A Bali il bambù diventa simbolo di resistenza
L’edificio realizzato da Jörg Stamm nasce in un contesto decisamente unico: il Green Village, immerso nello scenario naturali di Bali, vicino al fiume Ayung. Tra tante case costruite interamente in bambù di provenienza locale, con tecniche di costruzione tradizionali, svetta questa struttura dalle proporzioni armoniose e ambiziose, uno spazio polifunzionale capace di ospitare postazioni di lavoro per 300 persone. Anche il Three Mountains è interamente in bambù, ed è stato specialmente trattato con una soluzione di borato di sodio che lo rende durevole. Siamo in una zona altamente sismica e a rischio tsunami, e il bambù rappresenta la migliore soluzione costruttiva: apparentemente fragile, un edificio in bambù infatti si piega senza deformarsi.

Nel cuore della foresta cinese un santuario per i libri
Nella Repubblica popolare cinese, nel 2011, l’architetto Li Xiaodong e il suo team hanno concepito e realizzato un “santuario naturale per i libri”. La piccola biblioteca Li Yuan, ai margini del villaggio di Jiaojiehe, a due ore dal caos della capitale, si trova nel cuore di una foresta, alle pendici delle montagne. Il rivestimento è stato realizzato con i listelli e le frasche di legno locale, solitamente accatastati attorno alle case e destinati ad alimentare i camini domestici. Questo materiale armonizza l’afflusso di luce naturale, diffondendola uniformemente all’interno dell’edificio, creando un’atmosfera propizia alla lettura e alla contemplazione silenziosa. La struttura ha un impatto ambientale minimo, pari quasi a zero.

In Finlandia, una cappella disegnata con il legno e la luce
I paesi nordici hanno un rapporto interessante con il giorno e la notte, che a quelle latitudini governano le stagioni in modo estremo. Questa cappella “materializza” la luce, la trasforma in un elemento architettonico che dialoga con le costole di legno di pino e il rame, in un gioco di contrasti che disegna lo spazio creando un percorso che conduce all’altare. L’edificio ospita tanto funzioni religiose quanto mostre d’arte. All’esterno appare come una chiglia di nave rovesciata o un pesce, antico simbolo cristiano – Iktys in greco, non a caso il titolo del progetto – ed esprime fortemente il legame con il paesaggio. La struttura riveste un importante ruolo sociale, è uno spazio di contemplazione per i pazienti e i visitatori del vicino centro medico, ma anche una meta per stuoli di ammiratori, amanti dell’architettura.