MANGIANO CO2, SONO ANTISISMICI, SALUBRI E, INASPETTATAMENTE, PIÙ RESISTENTI AL FUOCO. A LONDRA ATTESO IL PIÙ ALTO “WOODEN SKYSCRAPER” AL MONDO.
Dici skyline e pensi a grandi città puntellate di altissime costruzioni in acciaio. Questo almeno fino a qualche mese fa. Sempre più, infatti, dire skyline diventerà anche immaginare un panorama di altissime “foreste” fatte da e per l’uomo.
Perché, a una velocità sempre maggiore, i grattacieli in legno stanno finalmente mettendo radici negli spazi urbani.
Il merito è del CLT, il legno lamellare di ultima generazione: estremamente performante dal punto di vista statico ed elastico, è anche uno dei materiali antisismici per eccellenza. Si installa con facilità e, a dispetto delle apparenze, è maggiormente resistente al fuoco rispetto all’acciaio.
Per non parlare dell’efficienza energetica: un grattacielo in legno (o ibrido legno e acciaio) garantisce emissioni molto ridotte di CO2.
Per ora si tratta di progetti pioneristici, che sembrano sfidarsi a vicenda in una stimolante rincorsa ingegneristica. Nel 2012 è stato inaugurato il Forte Building di Melbourne, con i suoi 32 metri di altezza, poi la Framework Tower, nell’Oregon, 40 metri, e via via l’asticella si è alzata: è in costruzione l’HoHo, a Vienna (84 metri).
Quanto a Londra, aspetta di polverizzare ogni record con l’Oakwood Tower Barbican, progettato dallo studio PLP Architecture , che sulla carta raggiungerà i 300 metri di altezza.
Un giorno, forse, abiteremo in “umane” foreste di legno. Nell’attesa c’è chi cerca anche altre strade per portare gli alberi in città.
Succede, ad esempio, a Grenoble, dove spariscono i cartelloni pubblicitari, e al loro posto spuntano piante. Il Comune, allo scadere del contratto con la concessionaria pubblicitaria nel 2014, ha deciso di non rinnovarlo e di sostituire i brand con gli alberi, preziosi dispensatorii – in forma gratuita – di ossigeno e frescura.