Benessere attivo vs. benessere passivo.

Conosci la differenza?

«Ben-essere»: quando è stata l’ultima volta che hai pronunciato questa parola? Probabilmente oggi stesso, al massimo non più di tre giorni fa. E non c’è da stupirsi, la consapevolezza dell’importanza dello stare bene – di avere un’alimentazione sana, di fare attività fisica, di portare avanti un corretto stile di vita – oggi è più che mai, matura e diffusa. C’è invece più confusione riguardo alle tipologie di benessere e alle cause che lo generano, direttamente o indirettamente, in maniera attiva o passiva. Cosa intendiamo di preciso?

Il benessere “passivo” è un benessere che deve necessariamente essere attivato, altrimenti non sussiste. Un buon cibo, anche il miglior cibo possibile, ad esempio, ha bisogno di esser mangiato per produrre i suoi effetti. Se restiamo impassibili davanti a una succulenta mela biologica senza addentarla, la mela non avrà su di noi alcun potere benefico. Lo stesso possiamo dire dell’attività sportiva, di percorsi wellness, di meditazione e via dicendo.

Il benessere “attivo”, invece, è qualcosa che agisce su di noi autonomamente, in modo diretto, senza alcuna necessità di attivazione, c’è solo bisogno della nostra presenza.

È esattamente quello che accade se si vive un luogo salubre, realizzato con materiali biocompatibili, il che non significa solo materiali naturali (anche il petrolio è naturale!), ma compatibili con la vita umana.

Un materiale biocompatibile è a tutti gli effetti un agente attivatore di benessere, che funziona in piena autonomia, senza nessun tipo di sforzo o di attività da parte nostra.

Quando siamo immersi in un ambiente chiuso – la nostra casa, l’ufficio, tutti quei luoghi in cui trascorriamo gran parte della giornata – realizzato con materiali biocompatibili, assumiamo benessere solo respirando!

Per questo il benessere indoor, anche a causa del crescente e generale inquinamento, sta diventando sempre più una questione “domestica” e di stile, non solo stile di vita, ma anche e soprattutto di arredo. Perché a casa si sta bene, ma si potrebbe stare meglio, molto meglio. Si potrebbe davvero “ben-essere”.

Per aiutarci a stare bene quindi – e non vanificare gli effetti di tutte quelle pratiche salutari “passive” – bisogna ampliare il più possibile le superfici salubri degli interni, capaci di attivare automaticamente benessere.

La casa del futuro – almeno questo è l’obiettivo di tante realtà che da anni lavorano in questa direzione – sarà allora e sempre più come “BIO comanda”: un mix intelligente di design, tecnologia e salubrità.

Perché abitare in una casa biocompatibile significa rigenerarsi automaticamente, ricaricare le pile e senza sforzo alcuno.

Non credi anche tu che sia questo il vero lusso dei nostri tempi moderni?

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